Protezione antincendio del calcestruzzo armato

Protezione antincendio del calcestruzzo armato

La protezione antincendio del calcestruzzo armato deve essere realizzata con sistemi protettivi certificati secondo la norma di prova EN 13381-3. Questa norma prevede la prova di una trave e una soletta in calcestruzzo armato protette con spessori variabili del protettivo (in genere minimo e massimo).

Le strutture sottoposte a prova sono definite nella norma e all’interno sono posizionate delle termocoppie per monitorare le temperature all’interno del calcestruzzo durante la prova al fuoco.

Il confronto con i dati dell’elemento protetto, con quelli dello stesso elemento non protetto, permettono di valutare il contributo del rivestimento protettivo alla resistenza al fuoco del calcestruzzo.

Il parametro fondamentale che si ricava da queste prove è il rapporto di equivalenza al calcestruzzo del rivestimento protettivo

Questo parametro viene determinato per gli spessori di protettivo provati in funzione delle diverse resistenze al fuoco.

I rapporti di valutazione o ETA in genere riportano un grafico con i valori del rapporto di equivalenza (in ordinata) in funzione del rivestimento protettivo (in ascissa) per i diversi tempi di resistenza al fuoco. I valori intermedi tra i valori provati possono essere determinati per interpolazione lineare.

Nella figura riportata nella norma (vedi figura sopra) la curva 1 rappresenta il rapporto di equivalenza di un protettivo provato in tre spessori mentre le curve 2 e 3 sono relative a prove su due spessori (minimo e massimo).

Il rapporto di equivalenza diventa il parametro fondamentale per definire lo spessore di un protettivo per garantire la resistenza al fuoco di un elemento in calcestruzzo. Il protettivo ha la funzione di aumentare il copri ferro esistente e quindi di ridurre il riscaldamento delle barre di armatura all’interno dell’elemento portante.

La norma di progettazione per la protezione antincendio del calcestruzzo armato è la EN 1992-1-2 (Eurocodice 2) e il valore del rapporto di equivalenza può essere utilizzato per riqualificare una struttura esistente che non ha la resistenza al fuoco richiesta.

Questi interventi di protezione dal fuoco devono essere certificati da un tecnico abilitato alla prevenzione incendi attraverso il CERT. REI. e DICH. PROD.

Controsoffitti antincendio collaboranti

Controsoffitti antincendio collaboranti

 controsoffitti antincendio collaboranti sono degli elementi di protezione orizzontale a protezione di solai in genere testati secondo la norma EN 1365-2. Questa norma ha un campo di estensione molto limitato e questi elementi protettivi devono essere applicati a tipologie simili a quelle provate.

Ancora oggi vedo che molti applicatori o aziende propongono questi controsoffitti, classificati in genere REI 120, a protezione di qualsiasi tipo di struttura con caratteristiche termiche completamente diverse da quelle del test di prova.

E’ il caso classico del controsoffitto a protezione di una soletta in laterocemento che ha ottenuto una classificazione REI 120 e che viene poi proposto a protezione di coperture leggere e isolanti per un R 120.

Questo tipo di applicazione deve essere verificata con un calcolo analitico delle temperature in intercapedine o bisogna utilizzare un controsoffitto testato secondo un’altra norma di prova specifica per controsoffitti: la norma EN 13381-1.

Questa norma prevede il test di un controsoffitto a protezione di quattro solai diversi con una mappatura termica dell’intercapedine d’aria. Ha poi un campo di estensione ad altre tipologie di solai in funzione dei risultati ottenuti durante i test sui quattro solai normati.

Il principio della norma è di verificare il riscaldamento dell’intercapedine d’aria tra il controsoffitto e il solaio per verificare il riscaldamento delle strutture portanti che sono posizionate nell’intercapedine stessa e determinano la resistenza R dell’intera struttura.

Si riporta nella tabella sottostante il campo di applicazione dei risultati di prova dei quattro solai previsti  dalla norma:

  • solaio in calcestruzzo aerato su strutture in acciaio

  • solaio in calcestruzzo normale su strutture in acciaio

  • solaio misto acciaio/calcestruzzo su strutture in acciaio

  • solaio in legno con travi e tavolato in legno

Come si vede dalla tabella solo un test realizzato sul primo tipo di solaio, permette l’estensione dei risultati agli altri tipi di solai previsti dalla norma. Il requisito di resistenza R per i diversi solai però dovrà anche soddisfare altri criteri legati alla temperatura massima raggiunta in intercapedine in funzione del tempo.

Posa vernici intumescenti

Posa vernici intumescenti

La corretta posa delle vernici intumescenti deve rispettare le prescrizioni del produttore e il ciclo di verniciatura in funzione del supporto.

In genere le vernici intumescenti sono utilizzate per la protezione antincendio delle strutture in acciaio e il ciclo di verniciatura prevede:

  • primer di adesione in funzione del tipo di finitura della struttura in acciaio

  • vernice intumescente nello spessore progettato dal tecnico antincendio in funzione della resistenza al fuoco richiesta

  • finitura di protezione (non necessaria per la resistenza) in funzione delle condizioni climatiche in cui si trova la struttura

La posa delle vernici intumescenti può essere fatta con i seguenti sistemi:

  • pompa airless

  • rullo

  • pennello

Lo spessore totale da applicare su un profilo in acciaio deve essere applicato per strati che devono rispettare i tempi di asciugatura e lo spessore massimo applicabile per singola mano che dà il produttore del materiale.

Le vernici intumescente posso essere a base acqua o solvente e in genere in ambienti freddi e umidi si preferiscono le vernici a base solvente.

Per la verifica dello spessore di film secco applicato DFT, si utilizzano degli spessimetri magnetici che permettono di verificare lo strato in micron di vernice applicata.

Nel mio lavoro sto seguendo molti cantiere con le vernici ed effettuo regolarmente dei sopralluoghi per la verifica degli spessori applicati in opera.

Questo cantiere presenta molti profili con diversi spessori di vernici da applicare per la protezione R 30 delle strutture. Le travi principali hanno bisogno di meno protettivo rispetto alle travi reticolari che sono state trattare con spessori variabili in funzione del fattore di sezione.

Per maggiori informazioni o per consulenze sulla protezione con le vernici intumescenti contattami. Collaboro anche con aziende di posa specializzare nell’applicazione di questi sistemi.

Vernici ignifughe per legno

Vernici ignifughe per legno

La vernice ignifuga per legno è un trattamento per cambiare la reazione al fuoco del legno stesso in modo che contribuisca meno all’incendio alla quale è sottoposto.

In sostanza, una vernice ignifuga applicata ad elementi in legno crea uno strato superficiale che limita la combustione del materiale e quindi limita la capacità di bruciare tipica del legno.

Le vernici ignifughe devono essere provate secondo la norma Europea EN 13501-1 che impone diversi test in funzione della classe di reazione al fuoco che si vuole ottenere.

Generalmente le vernici ignifughe sul mercato portano il legno alla classe di reazione al fuoco B-s1, d0 per elementi applicati a parete e soffitto e Bfl, s1 per elementi a pavimenti.

Questi trattamenti antincendio permettono l’utilizzo del legno in edifici sottoposti alla prevenzione incendi in cui si cerca di limitare il carico di incendio totale.

Le normative vigenti specificano in modo chiaro la reazione al fuoco che devono avere i componenti in legno di un edificio in funzione dell’attività e di altri parametri come i livelli di prestazione richiesti.

Le vernici ignifughe sono diverse da quelle intumescenti che sono utilizzate per la protezione strutturale del legno e che reagiscono e si comportano in modo completamente diverso quando sono esposte al fuoco.

Le vernici ignifughe in genere sono dei trattamenti che devono essere applicati in più mani con componenti diversi tra fondo e finitura.

Sono specializzato in questo tipo di protettivi perchè ho lavorato anni in un’azienda di produzione e collaboro ora con aziende di posa specializzate in questo tipo di vernici.

Sigillature antincendio degli attraversamenti di impianti

Sigillature antincendio degli attraversamenti di impianti

Le sigillature antincendio degli attraversamenti di impianti devono essere realizzate con sistemi certificati secondo la norma europea EN 1366-3. La protezione antincendio degli attraversamenti è fondamentale per garantire la continuità del compartimento. I sistemi di sigillatura sono classificati con la sigla EI seguita dai minuti di resistenza al fuoco.

Per valutare correttamente il sistema di protezione bisogna verificare:

  • tubazioni:

    • diametri tubazioni e natura del tubo (combustibile, multistrato, incombustibile)

    • presenza di isolamento sui tubi e tipologia di isolamento

  • cavi elettrici:

    • diametro massimo del singolo cavo e del fascio

    • tipologia del supporto dei cavi: canalina metallica o tubo combustibile 

  • supporto:

    • attraversamento a solaio o parete 

    • su foro giusti o su varco più ampio.

Tutti questi dettagli permettono di scegliere il corretto sistema di sigillatura anche dal punto di vista dei costi del materiale e della posa in opera.

Sono un tecnico specializzato nella certificazione di questi sistemi in opera con il modello ministeriale DICH.PROD. e collaboro anche con applicatori antincendio specializzati in questi sistemi.

Esempio di attraversamenti di cavi elettrici e canaline a parete e solaio. Protezione antincendio realizzata con pannelli in lana di roccia e sigillante 

Categorie climatiche delle vernici intumescenti

Categorie climatiche delle vernici intumescenti

Le categorie climatiche delle vernici intumescenti sono indicate all’interno della valutazione tecnica europea ETA in funzione dell’esposizione climatica del supporto su cui sono applicate.

Il documento di asseverazione europeo EAD 350402-00-1106, relativo alle vernici intumescenti per la protezione dal fuoco delle strutture in acciaio, prevede la classificazione per le seguenti classi climatiche:

  • tipo Z2: condizioni interne con umidità relativa massima del 85% e temperature superiori a 0°C;

  • tipo Z1: condizioni interne con umidità anche superiore a 85% e temperature superiori a 0°C;

  • tipo Y: condizioni semi esposte con temperature inferiori a 0°C ma senza diretta esposizione alla pioggia e limitata esposizione ai raggi UV;

  • tipo X: tutte le condizioni interne e esterne con esposizione a pioggia e raggi UV.

Queste tipologie di categorie climatiche devono essere certificate all’interno della valutazione tecnica europea ETA della vernice intumescente e deve essere indicato il ciclo di verniciatura compreso di primer e rivestimento protettivo esterno per le diverse classi.

Il rispetto del ciclo certificato garantisce anche la durabilità del protettivo applicato indicato nella ETA della vernice.

La durabilità è il periodo di tempo che deve passare tra una manutenzione e l’altra del rivestimento protettivo.

In genere le vernici intumescenti hanno una durabilità di 10 anni ma bisogna verificare la valutazione tecnica europea ETA di ogni vernice.