Intonaco antincendio

Gli intonaci antincendio sono intonaci alleggeriti in genere con perlite, gesso o vermiculite. Sono sistemi di protezione antincendio da applicare con macchine intonacatrici a spruzzo.

Gli intonaci antincendio sono molto performanti perchè hanno un ottimo isolamento termico in caso di incendio. Possono essere applicati a strutture in calcestruzzo, acciaio, miste e a pareti per resitenze al fuoco fino a EI 240.

Hanno il vantaggio di essere molto veloci da applicare e di avere costi ridotti rispetto ad altri sistemi di protezione come le lastre o le vernici.

La posa di questi sistemi può essere effettuata in diversi modi:

  • direttamente sul supporto con o senza un primer di adesione

  • su rete porta intonaco (permette di realizzare dei rivestimenti scatolari) nel casi di strutture in acciaio reticolari o di forma particolare.

Nelle foto di vede un’applicazione di intonaco antincendio su rete a protezione di una struttura reticolare in acciaio.

In questo caso l’utilizzo della rete permette di realizzare un rivestimento scatolare ottimizzando i consumi di intonaco e rendendo possibile senza troppi sprechi l’applicazione del sistema.

 

Intonaco o vernice?

Intonaco o vernice?

Intonaco o vernice?

Sul mercato ci sono due sistemi di protettivi a spruzzo comunemente utilizzati per la protezione antincendio delle strutture:

  • intonaco antincendio alleggetiti 

  • vernici intumescenti

Spesso sento parlare di intonaci intumescenti ma i termini non sono corretti visto che l’intonaco non espande durante l’incendio a differenza delle vernici intumescente o reattive.

Le vernici hanno la capacità di espandere fino a 30 volte lo spessore iniziale applicato durante il riscaldamento. Questa proprietà è definita intumescenza.

Vediamo come scegliere i due diversi protettivi e vantaggi e svantaggi di entrambi.

Intonaci antincendio alleggeriti:

  • pro:

    • alte prestazione di resistenza al fuoco 

    • costi ridotti 

    • ottima adesione 

    • applicazione anche con rete metallica 

  • contro:

    • estetica non molto piacevole 

    • spessori più elevati della vernice 

    • posa con più polvere e pulizia di fine cantiere

Vernici reattive o intumescenti:

  • pro:

    • spessori ridotti 

    • velocità di posa 

    • ottima estetica 

    • gestione pulizia cantiere più facile

  • contro:

    • resistenze limitate 

    • necessario rispettare un ciclo di applicazione 

    • migliore preparazione del supporto

Collaboro con aziende di applicazione di questi sistemi e posso aiutarti alla scelta del protettivo migliore in funzione di:

  • tempi di posa 

  • costi di fornitura e posa 

  • tipologia supporto (acciaio, calcestruzzo, legno, ecc.)

 

Collari antincendio

Collari antincendio

I collari antincendio sono costituiti da una cassa metallica in acciaio e delle strisce intumescenti posizionate all’interno della cassa metallica.

Sul mercato esistono due tipologie di collari antincendio:

  • collari a misura: collari con diametri specifici per le diverse tipologie di tubazioni

  • collari a nastro o multi collari: sono collari che vanno realizzati in cantiere tagliando la corretta misura del nastro in acciaio e posizionamento all’interno la striscia intumescente tagliata anch’essa a misura.

Il vantaggio del primo tipo di collare e la velocità di applicazione e la certezza di non aver sbagliato la quantità di materiale intumescente all’interno dello stesso.

Il vantaggio del secondo collare è la possibilità di gestire in cantiere diversi diametri senza dover comprare tutta la gamma di quelli a misura. C’è però la possibilità di sbagliare l’applicazione se non si seguono le indicazioni del produttore.

I collari antincendio devono essere certificati secondo la norma di prova EN 1366-3 sia a parete che solaio.

Le soluzioni dei collari più performanti sul mercato sono relative a:

  • tubi combustibili (tutti i tipi di plastica)

  • tubi incombustibili isolati con polietilene 

  • fasci di cavi elettrici 

  • fasci di tubi multistrato 

  • fasci di tubi porta cavi elettrici 

Mi occupo di certificazioni in opera di questi sistemi e di tutti i sistemi di sigillatura di impianti tramite il modello DICH.PROD. dei Vigili del Fuoco.

Serrande tagliafuoco – corretta posa

Serrande tagliafuoco – corretta posa

Le serrande tagliafuoco sono dei sistemi di compartimentazione applicati alle canalizzazioni di aria per garantire la continuità del compartimento in corrispondenza del passaggio degli impianti a parete e solaio.

Le prove di resistenza al fuoco delle serrande devono essere eseguite secondo la norma EN 1366-2 e la classificazione secondo la norma EN 13501-3.

Le serrande tagliafuoco sono marcate EC secondo la norma europea EN 15650 e nella dichiarazione di prestazione DOP sono indicate le resistenze la fuoco garantite per applicazione a parete e solaio.

Un elemento fondamentale da rispettare per garantire la corretta installazione di questi sistemi è seguire le indizioni del fascicolo di prova per la sigillatura perimetrale tra serranda e supporto.

I sistemi di sigillatura possono essere diversi da serranda a serranda e garantire resistenze al fuoco diverse a seconda del sistema utilizzato.

I sistemi di sigillatura più comuni sono:

  • parete rigida: malta o pannelli in lana di roccia ad alta densità rivestiti 

  • parete flessibile (cartongesso): lastre in cartongesso o pannelli in lana di roccia ad alta densità rivestiti 

  • Solaio: malta o pannelli in lana di roccia ad alta densità rivestiti 

Bisogna verificare attentamente il sistema di sigillatura previsto dalla marcatura CE della serranda per evitare errori di posa che non permettono poi di certificare l’applicazione tramite il modello DICH.PROD.

Nell’immagine si riporta la sigillatura prevista per una serranda tagliafuoco su parete in cartongesso. Come si vede dallo schema la sigillatura è costituita da una serie di pezzi di lastre in cartongesso da posizionare all’interno delle parete e una doppia lastra aggiuntiva in battuta alla parete in corrispondenza del foro.

Questo è l’unico sistema previsto da questo marca di serranda.

Altri modelli di serrande talgliafuoco sul mercato hanno sistemi in lana di roccia rivestiti con paste ablative o vernici intumescenti che sono più flessibili ed economici.

Ricordo che per la corretta certificazione tramite il modello DICH.PROD. l’unica cosa che un tecnico antincendio deve controllare è la corretta posa:

  • verifica del supporto previsto dalla marcatura CE

  • verifica della forma della serranda e delle dimensioni massime e minime

  • verifica delle mutue distanze 

  • verifica del sistema di sigillatura perimetrale previsto

Attraversamento tubi metallici

Attraversamento tubi metallici

Gli attraversamenti di tubi metallici non isolati a parete e solaio devono essere protetti con adeguati sistemi di sigillatura antincendio certificati secondo la norma EN 1366-3. 

Il motivo per cui questi impianti devono essere protetti è che durante l’incendio questi elementi trasmettono calore al compartimento adiacente a causa dell’alta conduttività termica dell’acciaio o del rame.

I sistemi di sigillatura prevedono l’aggiunta di un isolamento intorno al tubo localizzato in corrispondenza del supporto da ambo i lati o sul solo lato non esposto.

 

Nella foto si vede una protezione ben eseguita di una serie di tubazioni incombustibili in acciaio che attraversano un solaio in un varco aperto.

La soluzione EI 120 adottata è la seguente:

  • chiusura del varco con due pannelli in lana di roccia TECNOBOARD e sigillatura con TECNO-S 240

  • Applicazione da ambo i lati della tubazione della coppella in lana TECNOPIPE-W per limitare il trasferimento di calore attraverso i tubi.

Soluzione da me certificata in opera tramite il modello DICH.PROD.

Fibre di carbonio – protezione antincendio

Fibre di carbonio – protezione antincendio

Le fibre di carbonio vengono utilizzate spesso per rinforzare meccanicamente vecchi solai in calcestruzzo armato e calcestruzzo armato alleggerito. Le fibre di carbonio sono applicate con l’utilizzo di resine epossidiche che garantiscono un ottimo fissaggio e resistenza ma hanno il problema che perdono le loro caratteristiche meccaniche a temperature intorno ai 60-80°C.

Dal punto di vista della protezione dal fuoco, le fibre di carbonio fissate con resine epossidiche sono elementi molto critici visto la temperatura di rammollimento e quindi i sistemi per la protezione di questi sistemi devono essere progettati accuratamente. I normali sistemi di protezione delle strutture in calcestruzzo si limitano a contenere la temperatura delle barre di armatura e quindi non sono efficaci per questo tipo di protezione aggiuntiva.

Ci sono dei sistemi certificati secondo la norma EN 13381-3 che riescono a garantire una temperatura di interfaccia tra il rivestimento e la struttura stessa (dove sono posizionate le fibre di carbonio) inferiore ai 60°C dopo 120 minuti di esposizione al fuoco. Questi sistemi sono realizzati in genere in lana di roccia con alti spessori per poter garantire un isolamento termico molto elevato.

Un sistema che sto proponendo per questo tipo di protezione è il pannello PAROC CGL 20cy che ha una certificazione secondo la norma EN 13381-3 e garantisce delle temperature inferiori agli 80°C dopo 120 minuti di esposizione al fuoco nell’interfaccia tra pannello e soletta.