I controsoffitti sono un sistema molto utilizzato per la protezione dal fuoco di solai. Ci sono moltissimi sistemi sul mercato ma c’è poca chiarezza sul loro utilizzo. Molti controsoffitti sono testati secondo la norma di prova EN 1365-2 relativa ad elementi orizzontali caricati che possono essere provati con o senza un protettivo. L’elemento di prova è il solaio caricato e non il sistema protettivo (che spesso è un controsoffitto ribassato). Questo tipo di test ha un campo molto limitato di estensione dei risultati ottenuti.
La norma EN 13381-1, invece, prevede la prova di una soletta protetta da un controsoffitto ribassato e i criteri di verifica sono legati alla prestazione del protettivo e alla sua integrità. La norma specifica di utilizzare per la prova al fuoco quattro tipi di solaio:
- solaio in calcestruzzo
- solaio in calcestruzzo con travi in acciaio
- solaio composto in acciaio e calcestruzzo
- solaio in legno
Durante la prova si verifica la temperatura nell’intercapedine d’aria tra la soletta e il controsoffitto e i risultati di resistenza la fuoco dipendono dalla temperatura limite raggiunta nell’intercapedine d’aria in funzione del solaio provato:
La temperatura nell’intercapedine d’aria diventa quindi l’elemento fondamentale per la resistenza R della soletta visto che scalda le strutture portanti e quindi ne riduce la resistenza meccanica.
Esiste poi una tabella nella norma che indica il campo di estensione dei risultati di una prova su un solaio agli atri tipi di solai:
Dalla tabella si evince che i risultati dei test eseguiti sul solaio in calcestruzzo areato posso essere estesi alle altre tipologie di solaio in funzione delle temperature in cavità.
Questo perché il solaio in calcestruzzo areato è quello che prevede il maggiore isolamento termico e quindi la condizione peggiore per il riscaldamento dell’intercapedine d’aria tra controsoffitto e soletta.